DT del Lunedì 22/08/2016
Il 2016 per la squadra DT89 verrà ricordato come l’anno in cui tanti di noi si sono scoperti lunghisti.
Se gli atleti impegnati nelle gare lunghe sino all’anno passato si contavano sulle dita di una mano, da quest’anno già diversi DT sono finisher di IM o 70.3, e molti lo diverranno negli appuntamenti di Pula in Croazia a Settembre e Forte Village in Sardegna a Ottobre.
Ma tornando a questo weekend in gara due Atleti, con la A maiuscola, il peso massimo Enrico sotto carico in preparazione di Kona va a testarsi al 70.3 Challenge Samorin, mentre Marco si schiera al via da folle sulla distanza più lunga nella gara IM COMOLAKE K226.
Partiamo dall’esordiente, come si può essere finisher di un IM che prevede 3000D+ di dislivello in bici con il Ghisallo da scalare, preparandolo così così per motivi lavorativi in SOLI 2 mesi?
Eh si Marco dopo 14 anni “QUATTORDICI” di inattività il 18/06/2016 tornava a fare triathlon, e si schierava al via in ultima batteria a Bardolino, stupendo un pò tutti e mettendo dietro mezza squadra (compreso gente forte e pluri IM), sono passati 2 mesi e 2 giorni, e te lo ritrovi IronMan.
La risposta alla domanda non c’è, solo lui può spiegarci come abbia fatto, per tutti gli umani questa resta la classica follia che se la provi hai il 99% delle probabilità di fallire o peggio farti male.
Di certo e concreto resta la prestazione, il ragazzo parte forte come promesso, esce dall’acqua secondo assoluto e mena in bici per 60km tenendo la posizione in classifica, prima di andare logicamente in riserva, ed è qui che fà la magia, cuore-testa stringe i denti, scende quinto in bici con il 10o split in 6:16, poi soffrendo riesce incredibilmente a chiudere la maratona finendo 11o assoluto e TERZO di categoria in 12h e 18 minuti.
Forse oggi post gara avrà cambiato idea, ma la sua idea di massima era di fare un test per preparare un IM in primavera 2017 allenandosi seriamente, se va così da “fermo”, allenato farà un massacro.
Il peso massimo Enrico martella una prestazione “illegale” in allenamento, senza compensazione, senza riposo e cavolate varie, ma anzi con un bel lungone in bici del giorno prima come nulla fosse sbaraglia la concorrenza letteralmente volando.
La prestazione è fatta dalla solita sontuosa frazione a nuoto, 27:28 per coprire i 1900 metri previsti, 11o tempo assoluto, bici in controllo in 2h:35, se si più definire controllo un tempo così in una giornata con 25km/h di vento, e qui torna in mente un vecchio adagio: “Mai fidarsi dei paesi dove ci sono tante pale eoliche!”.
Poi scende dalla bici e nonostante tutto: vento, stanchezza degli allenamenti in fase di carico, percorso a piedi ondulato, lui gira la leva sull’interruttore “Terminator”, quella stressa leva con cui aveva fatto un autentico massacro nella maratona in Sud Africa e che gli fece prendere la slot per Kona.
Il motore risponde ed inizia a martellare gli avversarsi e il cronometro, una furia sotto il muro dei 4min al km, la chiude in 1:23:36, 12o split di giornata, risale decine e decine di posizioni e chiude 22o assoluto e SECONDO di categoria.
La redazione