Lunedì 31/08/2015

Lunedì 31/08/2015

DT del Lunedì 31/08/2015

God save our gracious Queen!
Long live our noble Queen,
God save the Queen!
Send her victorious,
happy and glorious,
long to reign over us,
God save the Queen!

Scritto tra il 1736 e il 1740 ed entrato in uso il 28 settembre 1745, è l’inno più antico al mondo, oggi lo usurpiamo agli inglesi per celebrare la nostra regina!

TRIWEEK LAVARONE OLIMPICO

Lavarone F

Alice spacca in Trentino, prestazione monstre per la nostra portacolori, in 26:24 esce terza assoluta dall’acqua, all’ingresso in T2 è quarta dopo 1:28:26 in bici che vale il quinto tempo assoluto di giornata, il cambio è velocissimo 53 secondi ma ciò nonostante perde una posizione ed esce dalla zona cambio sesta, corre in 48:05 la quinta prestazione assoluta e chiude QUARTA assoluta nonché SECONDA di categoria S3 in una gara tutta condotta in testa a 1:37 dal podio assoluto.
Voto? beh facile 10 e LODE!
Grandissima Ali!

alice

Lavarone M

I sudditi della regina in trentino sono il presidente e lo scudiero Leo, la plebe porta avanti con fierezza la personale campagna: ‘I triatleti possono anche non avere gli addominali definiti’.
Andrea asfalta Leo sin dalle prime bracciate, uscendo sorprendentemente davanti dall’acqua, scommettiamo che c’era l’uso della muta, galvanizzato vola in T1 in 55 secondi e non lascia neppure l’ombra della scia in bici al povero scudiero, finisce così che Leo viene tritato nella seconda frazione 1:20:50 per Andrea, 1:34:38 per Leo.
In stato di grazia il presidente non si accontenta, cambia in T2 in modo superbo, 52 secondi, rifilando altro distacco al malcapitato e incredibilmente aggiunge il carico da novanta anche a piedi, 51:14 per Andrea, 54:31 per Leo.
Andrea voto 8, chiude 10 di categoria 62esimo assoluto.
Leo voto 4, non abbiamo notizie dal campo di gara, probabilmente si è trattato della più classica giornata no, ad ogni modo prende minuti dal suo riferimento ovunque, anche sotto la doccia e al pasta party, troppo brutto per essere vero.

La redazione

Lunedì 24/08/2015

Lunedì 24/08/2015

DT del Lunedì 24/08/2015

Campionati italiani di medio Lovere

Appuntamento importante in una domenica uggiosa, il campionato Italiano di Medio quest’anno è il 70.3 di Lovere, e due portacolori con diverse ambizioni si schierano al via, DT89 c’è!!!
Per Fabio alias Viking è la gara dell’anno, quella cerchiata con il circoletto rosso sul calendario, quella per la quale ha finalizzato la sua preparazione quest’anno.
Per Massimino invece è un regalo, come lui stesso ci confida, dopo un anno tribolato l’unico intento è finirla possibilmente divertendosi.
Le premesse al via erano ottime, Fabio aveva dichiarato: “speriamo di finirla”, vero mantra portafortuna, Massimino era riuscito ad allenarsi per 3 settimane consecutive senza cadere in problemi fisici, praticamente un miracolo in questo 2015.
Fabio arrivava da Arona, dove aveva scaldato i muscoli in vista dell’appuntamento, e quello messo in mostra era un motore terrificante, andate a rileggervi la prestazione monstre del DT Del Lunedì del 27/07/2015.
Massimino arrivava dall’ennesimo episodio sfortunato, l’Olimpico di Iseo, che gli era cosato una rovinosa caduta in bici, e costretto ad una gara in sofferenza.
Così il nostro Viking carico al punto giusto era pronto ad aggredire la corsa, Massimino a non farsi male e divertirsi, e se il primo si era attrezzato per gestire ogni aspetto della gara, zone cambio, alimentazione, watt e battiti cardiaci da esprimere, il secondo cambiava totalmente la sua routine per assicurarsi il suo obbiettivo: finire e divertirsi, infatti a differenza del solito Massimino per la prima volta si portava in bici il kit di attrezzi in caso di foratura, oppure tre paia di calze da mettersi per le vesciche, o ancora una inusuale scorta di viveri, per lui che mangia sempre pochissimo anche nei 70.3.
Pronti via è battaglia, grande prestazione per Massimino che in 30:55 esce forte dall’acqua, subito dietro Fabio in 32:09.
In T1 volano entrambi e si mettono a randellare in bici.
Fabio nei primi km sfodera il potenziale in bici recupera posizioni e rientra su Massimino, vanno via assieme, rispettando il no-draf sino alla prima salita, li saggiamente Massimino decide di gestire visto la sua breve preparazione in linea con il suo obbiettivo, il Viking accelera non è programmato per rallentare ma per fare selezione.
Verso 2/3 della gara, all’inizio della seconda salita, la più dura, quando era in ottima posizione e pienamente in gara di gambe e di testa, Fabio scivola e cade, allunga la mano per cambiare sulle prolunghe mentre era in piedi in fase di rilancio, errore, perde il manubrio gli mancano gli appoggi e vola per terra picchiando il ginocchio.
Una distrazione, un attimo fatale, che gli costa la gara tanto minuziosamente preparata, li per li si rialza, si ritrova dolorante ma soprattutto con il deragliatore che non scala sugli ultimi rapporti, 5km di ascesa con pendenze importanti e al massimo a disposizione un 39X21 come rapporto agile, e 39X21 spingerà per tutti i km di salita, a 40 RPM sbuffando e tirando con la schiena, sino a toccare wattaggi non previsti nella sua programmazione e inevitabilmente consumandosi le gambe.
All’arrivo in T2, nonostante tutto questo, il tempo è spettacolare, 2:34:36, tempo che valeva tra i primi 20 assoluti, Massimino chiude con l’82esimo tempo di frazione in 2:41:15, e molto felice, tutto è filato liscio, niente cadute ne forature, immaginiamo cosa gli sia passato per la testa quando ha visto parecchia gente cadere in discesa sull’asfalto bagnato, oggi però la sfiga non l’ha perso di mira.
Sempre cambi velocissimi per entrambi in T2 e via a piedi, purtroppo per Fabio saranno gli ultimi 6km della sua gara, 6km che gira a 3:59 min/km, come fece ad Arona per tutta la mezza, ma questa volta è segnato, soffre, il ginocchio gli fa male, la schiena anche, le motivazioni minate dalla caduta, così decide per il ritiro, ha problemi a quel ginocchio e non è il caso di sollecitarlo rischiando un lungo stop.
Massimino invece corre, come al suo solito, forte, risultati alla mano meno forte del suo solito, ma a corto di preparazione, con solo 3 settimane di allenamento 1:28:53, 53esimo tempo assoluto nella mezza con qualche vescica ai piedi negli ultimi km che lo rallentano, è oggettivamente andare forte, chiude 52esimo assoluto QUARTO di categoria M2, grandissimo, si è fatto il regalone che sperava.
Grandi ragazzi, orgogliosi di voi.

Lovere

IMG_7461

La redazione

Lunedì 10/08/2015

Lunedì 10/08/2015

DT del Lunedì 10/08/2015

E dopo il grande Enrico che ci ha fatto sognare ai campionati europei di IM, un duo replica le emozioni agli europei di IM70.3, della serie: Agli appuntamenti importanti DT89 c’è!

IRONMAN 70.3 European Championship, Wiesbaden

L’obbiettivo era di quelli ambiziosi, il capitano del 154° gruppo stormo Ghedi sfruttava una possibilità messagli a disposizione della sua condizione di militare, erano infatti presenti a Wiesbaden ben 3 slot per il mondiale IM per i primi 3 militari, ed ovviamente essendo abituato a volare alto, Daniele puntava al bersaglio grosso: KONA!
Con una preparazione raffazzonata in fretta e furia, disturbata per non dire rovinata dal nuovo status estivo del capitano, che viene soprannominato dai viver BlueTornado (nome più brutto non potevano inventarsi i compari IMHO), status che lo vede re incontrastato del Coco Beach estate 2015 in ogni serata, surclassando per ore piccole e bevute l’ex viver BellaVita.
Ciò nonostante l’atleta c’è, finche non si tratta di nuotare, quindi il ragazzo dopo qualche Serle e Maddalena si schiera per andare a tutta.
Ed infatti parte a tutta, nella sua testa, nella pratica, parte male, con la nuova procedura di ingresso in acqua a mini batterie messa in atto dall’organizzazione Ironman, dichiara un tempo ambizioso fuori dalla sua portata (30 minuti), e pochi metri dopo si ritrova picchiato e affogato dall’orda alle sue spalle, riemerge dall’amata prima frazione dopo 39:48.
Ad ogni modo nessun problema, Daniele è un militare, sa gestire le difficoltà ed è soprattutto realista, quindi era consapevole che appena uscito dall’acqua lo attendeva una gara tutta rincorsa grinta e cuore.
Infatti decide di prendersi un mojito in T1, giusto per darsi la carica come nei sabati sera sulla pista da ballo, o perlomeno crediamo abbia preso un moijto, altrimenti non ci spieghiamo i 6:30 in zona cambio per uno che deve rincorrere.
A questo punto è 140esimo di categoria e 889vesimo assoluto, i compagni di squadra che lo seguono con il cellulare durante le ScorzeRuvide del domenica mattina si chiedono se si stia risparmiando per la domenica sera in tedeschia, ho sentito uno domandare: “esiste un Coco Beach anche in Germania?”.
Mai dare per morto un pilota di caccia, soprattutto se soprannominato BlueTornado (mamma miaaaa), l’aereoplanino-celestino prende piano piano quota ed inizia a martellare una consistente frazione bike, con 1500mt di dislivello, su asfalto bagnato, purtroppo ancora l’elemento “acqua” manda in crisi il nostro eroe, che alla velocità è abituato e si butta senza ritegno in picchiata sulla umida discesa, riuscendo a toccare 87.6 km/h (come da foto direttamente dal suo Garmin).

garmin

Peccato però che in una curva alla fine di una discesa vede delle balle di fieno, e si chiede, povero tapiano, il motivo per il quale fossero sistemate li, 5 secondi dopo ci atterrerà dentro.
Fortunatamente si rialza senza conseguenze, ciuccia un gel alla vodka e riparte a razzo in una prestazione in crescendo.
Marca 3:43h in sella a 30.4 di media, ottima ricordando i 1500mt di dislivello e la pioggia, infatti recupera tantissime posizioni, transitano 83esimo di categoria e 465esimo assoluto.
Questa volta è “cuore” veramente, basta bighellonare, vola in T2 (1:29) e parte a piedi con la bava alla bocca, grandissima la frazione dove in vari 1000 per tutti i 21km va spesso sotto i 4min/km.
Chiude 39evisimo di categoria e 285esimo assoluto.
Ma soprattutto chiude SESTO tra i 37 militari al via, a 11 secondi dal quinto e a circa 10 minuti dal terzo che vale il pass per Kona.
Peccato perchè 4 minuti poteva benissimo recuperarli lasciando stare il moijto in T1, gli altri 6 andando in piscina invece che all’aperitivo serale.
Ad ogni modo la prova è super ed infatti arriva il pass per il modiale IM 70.3 in Australia.

Lanza

Dopo la gara dichiara:
“Sono stra contento: nuoto in 39′, 1500+ in bici con vento e pioggia a 30 di media, a piedi con crisi 1.30h. Maglia DT rotta in t1 (dove tenevo gel e barrette) con 1-2′ persi a sistemare, volo da comica in bici sulle balle di fieno. Però slot per il mondiale 70.3 presa. Prossimo obiettivo sverniciarti a Forte!”

Scommetto che dopo questa recensione sarai anche più motivato sul tuo prossimo obbiettivo, ad ogni modo mi sento di dichiarare:
“Se mi svernicia uno che si fa chiamare BlueTornado per favore giustiziatemi!”.

LanzaResult

Daniele Voto 10

Ma Dany non era l’unico ai nastri di partenza, anche il nostro nuovo compagno di squadra Bartolomeo si schiera coraggiosamente al via, qualcuno deve spiegargli però che fermarsi a dare baci alle ragazze o tirare bicchieri d’acqua ai ristori, sempre alle ragazze, non fa parte del 70.3, ad ogni modo esperienza vissuta con grande allegria da vero viver che chiude in 5.45h al suo primo medio.

Russo

Bartolomeo Voto 10

Con affetto aspettando BlueTornado (non riesco a smettere di ridere) allo sprint di Forte dei Marmi, un saluto.
Ops… forse Dany intendevi il 70.3 al Forte Village?

La redazione

Lunedi 03/08/2015

Lunedi 03/08/2015

DT del Lunedì 03/08/2015

Il racconto in prima persona di chi era in gara (Ermes):

Triathlon Olimpico Bellagio

Fine luglio il mio pensiero: “Sarà pesante tipo Iseo, ma si facciamolo che poi ad Agosto non ce ne sono più di gare”.
La gara del Bellagio inizia a insospettirmi quando arrivo la mattina in cima al passo del Ghisallo a ritirare il pettorale, siamo in alto, molto in alto, fa un freddo cane, si è tutti intirizziti, un pò perchè è diluviato tutta notte un pò perchè il sole non è ancora salito, inoltre passeggiando per il paesello mi ritrovo a camminare sulle montagne russe, pare che non vi sia pianura neppure nella frazione run.
Arriva Marco e mi racconta il percorso bici visionato la sera prima in auto: “Fuori dalla zona cambio subito salita, poi mangia e bevi per 10 km, poi inizi a salire, 13km totali media 8% con uno spiano intorno al 10km, poi discesa di 10km ed infine ultima ascesa di 7 km al Ghisallo dalla parte facile pendenza media 5% da fare con il 50”.
Ancora lucido faccio un rapido calcolo, sono 20km di salita, tutti in zona cambio avevano almeno 3/4 gel sulla bici compresi i primi della classe, ed inizio a mangiare la foglia, prego in ginocchio Marco di regalarmi un gel da appendere in bici, come al solito partivo senza cibo, cosa vuoi un Olimpico in 2:10 lo finisci.
Marco generosissimo mi regala un gel tra l’infinita scorta che ha in borsa oltre ai 5 che aveva già scocciato sulla bici, mi scelgo quello più leggero 100kcal perchè così lo digerisco meglio.
Per grande felicità mia viene vietata la muta, Marco è un pò meno contento, Nicola è il più sereno di tutti, tanto è il più forte a nuoto in piscina gira sui 22 nei 1500.
Ci scaldiamo tutti e 3 allegramente e l’acqua si rivela bella calda, perfetta per la gara.
Dopo la spunta tutti in acqua per le procedure di partenza, mentre entro scivolo su un bel pietrone e picchio la schiena, ottimo una bella botta.
Partenza che si rivelerà la solita barbonata, tutti in acqua ad avanzare, i giudici a terra a gridare di tornare indietro, le canoe a cercare di arrestare l’onda che avanza.
Questa volta dopo diversi minuti a mollo pare che la vincano i giudici quindi iniziamo a retrocedere verso la riva, mentre nuoto in direzione spiaggia mi vedo la gente che mi arriva addosso, morale hanno dato il via senza far rientrare tutti sulla linea, pace, mi defilo subito tutto a sinistra e cerco di stendermi, sono confidente sto nuotando molto bene, spingo il giusto e la banchina arriva subito, nel cacciare fuori la testa davanti a me sta saltando fuori dall’acqua Nicola, ottimo se gli sono attaccato al culo sono andato bene, Nicola 23:22, io 23:32 il Garmin dice 1450mt, peccato sia più corta, per la cronaca saranno il 37esimo e 40esimo tempo in acqua.
Dopo una bella corsetta in T1 modello fachiro, c’erano circa 300 metri di ciottolato spacca piedi ricoperto di un bel nulla in cui ho pensato: “Grazie organizzazione se qualche atleta scivola qui si spezza un osso”, cambio rapito esco dalla T1 ed ecco la prima brutta sorpresa, “la salita della bici” non l’avevo vista perchè era dietro un angolo retto, e “la salita della bici” è di nome e di fatto SALITA vera, ho il 52X15 più o meno impostato con le scarpette e gli elastici di ordinanza, la prima pedalata non è sufficiente mi pianto, perdo una scarpetta, mi tocca fermarmi scendere dalla bici calzare le scarpe e ripartire in salita con il 53, insomma un macello, ma più o meno intorno a me il putiferio, mi compiaccio è un problema di tutti non sono l’unico sprovveduto.
Quello strappetto lo tiro e mi ritrovo solo, il pensiero di quel toro di Marco in bici che mi rosicchia secondi mi assale subito, così testa bassa e giù a menare sul mangia e bevi, che poi è quasi sempre leggera salita, vado via a 35/36 km/h ma sentendo di spendere parecchio, dopo 10km quasi come una liberazione arriva la salita vera, non è bello trovarsi in quelle condizioni solo soletto.
Salgo con un buon ritmo, recupero gente, nei primi km si crea un gruppetto di 7 persone a ruota che mi vengono dietro, costante sui 15/16 km/h ma anche momenti a 12 km/h su rampe oltre i 10%.
Passano i km e perdo via via i pezzi, resterà con me solo il pettorale 212, intorno al 6km di salita si alza sui pedali, parte e cerca di staccarmi, maledetto, mi metto li a ruota e stringo i denti, vado fuori ritmo ma non lo perdo, dopo la sfuriata si rimette a ruota, a quel punto siamo intorno agli 8km di salita e per la prima volta gli parlo: “quanto manca?”, dal nulla mi risponde Marco: “siamo quasi al piano dai dai”, mi giro e su di noi sono rientrati Marco e Davide Boni della Feralpi, mi vedo male, ci penso un attimo e calcoli alla mano mancano 5km di salita allo scollino e mi hanno già rosicchiato almeno un paio di minuti se in acqua i distacchi sono stati più o meno quelli di 2 settimane fa a Iseo, restare con loro sarà dura.
Infatti dura lo è, menano che è un piacere e fuori rimo arrivo ai 10km, li c’è il piano ma purtroppo è brevissimo meno di un km, non riesco a recuperare, anche perchè per non perderli devo subito mettere il 52 sin dai primi metri di piano, si torna in un battibaleno al 36 impiccato, ai 12km perdo la ruota, piccola crisi mi sento vuoto, non può essere altrimenti, sono fuori ritmo da tanti minuti per tenere il passo di questi scatenati, raschio il barile e li tengo a vista, manca poco, finalmente i 13km della salita di Nesso terminano, in cima c’è un pò di tifo, chiedo quanto hanno quelli davanti, mi gridano dietro: “20/30 secondi”, tengo duro e mi butto in discesa, ma ad ogni rettilineo anche nei più lunghi non intravedo nessuna sagoma, realizzo che sono in crisi, sto scendendo con troppi rischi e da solo, psicologicamente la situazione sta diventando difficile, ci ragiono un attimo, mancano ancora tantissimi km, quindi rallento e decido saggiamente di alimentarmi con il gel regalatomi da Marco.
La discesa è velocissima, molto pendente ma anche ben asfaltata e con curve ampie, a parte un paio di paesini dove la strada si stringe non percepisco più il pericolo dei primi km e fila tutto liscio.
Quando la strada riprende a salire capisco che sono agli ultimi 7km per il passo del Ghisallo, effettivamente è pedalabile, salgo con il 52, mi gira un pò la testa ed ho fame, però soffro e stringo i denti, il Garmin dice 23/24 km/h di velocità, è il massimo che posso dare, gli ultimi km diventano anche più duri e sono costretto al 36, quando vedo il paese è un autentica liberazione.
Cambio veloce sono fuori dalla T2, l’orologio mi segna 1:46h di bicicletta, auto che inferno che ho appena passato, però le gambe rispondo sono intorno ai 4 al km e i giramenti di testa sono passati, decido di provarci, brutta cosa l’orgoglio, sono consapevole di aver preso almeno 3 minuti sul groppone da Marco dallo scollino in avanti, e sono consapevole che sono troppi per essere recuperati, ma di mollare non se ne parla quindi spingo, sono quattro giri da 2,5 km.
Il primo km è pressoché tutta discesa le gambe volano, più una salita impegnativa ma molto breve circa 150mt, è il 1,5km rimanente che si rivela un inferno, subito una salita di circa 300mt con il simpatico cartello che recita 22%, poi un piccolo piano e una lunga salita fortunatamente più blanda della seconda.
Dopo il primo giro decido di affrontare il percorso tenendo sulla prima parte più facile dove avevo spinto, perchè in cima alla seconda salita al 22% ero arrivato con le gambe che mi tramavano e avevo pagato dazio su tutta la terza più lunga, morale cerco di fare ritmo ma dovrei dire: cerco di sopravvivere sino in cima alla seconda salita e da li spingere e andare fuori giri sulla terza in modo da recuperare energie nel primo km del giro successivo.
Il piano pare funzionare, e il secondo e terzo giro effettivamente mi volano, nessuno mi passa, proprio all’inizio del quarto giro, sul km più semplice mi ritrovo a camminare anche in discesa, guardo l’orologio sono quasi 2:45h di gara, sono distrutto non riesco a correre, camminando e trotterellando per 10 minuti mi trascino nell’ultimo 1,5km che mi manca e in 2:54:37 taglio il traguardo in 38esima posizione assoluta scalzato da 12 avversari visto che ero sceso dalla bici in 26esima posizione, ma credo molti di più perchè nei primi tre giri avevo passato tanta gente e sicuramente qualche avversario diretto.
Un grandissimo Marco chiuderà in 2:48:32 in 19evisa posizione assoluta, prova monstre, quando sfatto lo ritrovo all’arrivo lui è fresco come una rosa, da sottolineare 1:41 il suo tempo in bici, 18esimo tempo assoluto, dove mi rifila ben 5 dei 6 minuti di distacco totali.
In 3:22:48 chiuderà Nicola, che arriva con il sorriso in una gara gestita egregiamente (2:11 in bici e 48 a piedi) con l’intento di portarla a termine senza morire.
Bellissima gara, la consiglio a tutti, sicuramente l’anno prossimo tornerò a farla, le salite sono si massacranti ma anche molto belle, strade in cui si è scritto il grande ciclismo dal Giro d’Italia al giro di Lombardia che ogni anno ha il Ghisallo tra le salite più dure.

Bellagio

WordPress Lightbox